Tuesday, May 03, 2005

Diario UK: 9, 10 e 11 Aprile

(il giorno prima, 8 aprile)

Il treno per il Devon è come uno si immagina siano i treni "europei": pulito, puntuale, preciso, silenzioso, ovviamente con posto a sedere garantito e comprensivo nel biglietto. Anche il prezzo - ahimé - è come uno si immagina: 36 Pounds per farsi 3 ore e poco meno di 350 chilometri. Ancona - Roma, stesso tragitto, costa un terzo (metà con l'Eurostar).
Una cosa mi colpisce subito, nel viaggio, anzi - due: la prima sono i tabelloni luminosi delle stazioni, con il nome del treno in arrivo, l'elenco delle fermate e l'orario con i secondi che girano, il che dà un effetto "puntualità" davvero impressionante (e darebbe un effetto ritardo devastante se il treno subisse ritardi).
La seconda cosa è la parola "calling" per indicare le fermate, anziché "stop": qui è nato il treno, ed ovviamente, all'inizio non c'erano cartelli o altoparlanti, perciò alla fermata si "chiamava" (to call). Immagino il capotreno che urla "Exeter! Exeteeeeer!", o come da noi, prima della guerra, nel varesotto: "Lomazzo! Chi scende Lomazzo?" "Chi sale lo strozzo!" (vecchia battuta di quelle parti quando si parla del paese di Lomazzo).

Come il treno esce da Londra, dopo venti minuti, il verde la fa da padrone. Non immaginavo che in UK esistessero posti così luminosi, accoglienti e assolati come il Devon. Capisco perciò come mai la vecchia nobiltà inglese (e qualche pensionato tradizionalista di oggi) scegliesse Devon e Cornwall per passare le vacanze. Qualcosa di simile a Capri, Sanremo, Portofino o Forte dei Marmi, meno, molto meno a Riccione e Riviera Romagnola, più per la massa che per i ricchi, più da boom industriale che da Belle Epoque.

Però, Capri, Portofino et similia sono molto, ma molto più belli del Devon; questa regione mi ricorda tanto le mie Marche. Ed Exeter è così simile ad Ancona: capoluogo di una regione bellissima, stesso numero di abitanti, stessa sorte in guerra, stessa ricostruzione squallida e disordinata anche in alcune zone del centro, ed una bellissima cattedrale. L'aria è molto diversa da Londra: calma, tranquillità, facce sorridenti, gente rilassata, trenini diesel (come i regionali per i pendolari di quaggiù). E così arrivo a Topsham: basta paragoni, questo paesino è incantevole e l'unico nel suo genere che abbia visitato. In dieci minuti a piedi raggiungo il lungofiume, dove abita il mio amico Marc, che assieme a Geoff, geologo di esperienza internazionale, ha aperto un piccolo club di appassionati del vino, dove vende ed effettua degustazioni di vino italiano. Primi arrivi del neonato club sono Barolo e Verdicchio, Piemonte e Marche, due terre a cui il Devon somiglia non poco. E' qui, come in Piemonte, che sono state costruite le prime infrastrutture della Gran Bretagna: il primo canale, infatti, a metà del '600, fu scavato da Exeter, proprio per scavalcare Topsham, che coi suoi gabellieri rovinava gli affari al capoluogo (tutto il mondo è paese).
Tantissime le cose che mi affascinano in questi 3 giorni nel Devon: i maiali che scorrazzano liberi nei prati, i campi, la pulizia e la cura per l'ambiente, l'acqua che muta costantemente di livello nel fiume, a causa delle maree del vicino Channel (Topsham è a 10 chilometri scarsi dalla foce). E ancora il Bridge Inn, pub ultra-centenario, l'unico visitato - e a ragione - dalla Regina d'Inghilterra, con una birra artigianale eccellente; ed il golf club, con piscina scoperta, sauna, bagno turco, sauna, campi da tennis, squash, palestra, golf, pub e ristorante (forse mi dimentico qualcosa!). Infine il cibo: quest'angolo di Inghilterra non ha nulla da invidiare all'Italia, che invece sta percorrendo disastrosamente la scarpata del "tipico, italico, dunque buono". Qui la gente non presume: assaggia, pensa, valuta, e decide. In poche parole, usa il proprio cervello.

Sarà anche per questo che sono venuto sin qui a promuovere le Marche, che gli appassionati del vino sono desiderosi di conoscere: parlo, discorro, mi chiedono, e intanto bevono Verdicchio, Rosso Conero, "Braccano" (il capolavoro di Mecella!).

E' tempo ormai di rimettersi in viaggio: martedì mattina, 12 aprile, prenderò il pullman da Exeter: l'ultimo tramonto sul fiume Exe (Exmouth il paesino in cui sfocia: ecco il perchè di Bournemouth, Plymouth...), dalla bellissima Devon Kitchen di Marc, e poi a nanna, per una giornata che si profila piuttosto stancante.

(qualcos'altro sul Devon, in Inglese, con le foto, si trova qui)

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